Una migrante siriana al settimo mese di gravidanza ha perso il bambino nei giorni scorsi all’ospedale San Biagio di Domodossola, dopo essere stata respinta dalle guardie di frontiera francesi a Vallorbe e dalla polizia Svizzera. Secondo testimonianze raccolte fra i suoi compagni di viaggio, 35 profughi partiti dall’Italia per ricongiungersi ai familiari in nord Europa, la donna non stava bene e la sua gravidanza era a rischio, ma i poliziotti francesi hanno voluto respingerla a tutti i costi, nonostante le spiegazioni fornite loro dai migranti stessi, mentre quelli svizzeri l’avrebbero fatta tornare in Italia con un viaggio di qualche ora, senza permetterle di ricevere assistenza. Giunta a Domodossola, la puerpera è stata portata d’urgenza all’ospedale San Biagio dopo aver rischiato, sempre secondo le testimonianze, di partorire nella stazione ferroviaria. Nonostante i disperati tentativi del personale sanitario di Domodossola, il feto non è sopravvissuto. La donna ed il marito hanno deciso di denunciare l’accaduto e parlano anche di maltrattamenti subiti; intendono fare ricorso all’O.N.U. La notizia è stata ampiamente trattata dai media locali, fin dall’inizio, ma a livello nazionale, almeno per i primi giorni, non ha avuto quasi nessun eco. Eppure ci sarebbe molto da discutere su come vengono applicate le norme europee e le convenzioni internazionali e la pressione dei mass media avrebbe potuto smuovere qualcosa, anche per rendere giustizia a quella donna e alla sua bambina …
Donna gravida respinta alla frontiera, il bimbo muore. I media nazionali non ne parlano, tranne poche eccezioni
Donna gravida respinta alla frontiera, il bimbo muore. I media nazionali non ne parlano, tranne poche eccezioniultima modifica: 2014-07-07T20:01:32+02:00da
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