Imprese – lager in Cina

Sono più di 400 le imprese – lager cinesi che espongono e vendono i loro prodotti su internet, in Inglese ed altre lingue, incluso l’Italiano, in violazione di convenzioni internazionali sul lavoro firmate, ma mai applicate, anche da Pechino. La denuncia arriva dalla “Laogai Research Foundation”, che già nel 2008 aveva pubblicato un rapporto basato sulla banca dati di Dun and Bradstreet, nel quale elencava 314 “laogai”, questo è il termine cinese che indica i campi di prigionia, che, mascherati da normali imprese, sfruttano il lavoro schiavistico di migliaia di detenuti, spesso prigionieri di coscienza. Almeno altre 100 di queste finte imprese emergono nel nuovo rapporto, pubblicato in queste settimane con il titolo: “Not for Sale: Advertising Forced Labor Products For Illegal Export”. La rete dei Laogai in tutta la Repubblica Popolare Cinese è stata faticosamente individuata negli anni passati grazie ad un lungo, meticoloso e pericoloso lavoro della Laogai Research Foundation; alcuni referenti locali dell’organizzazione fondata dall’esule cinese Harry Wu rischiano la vita per far giungere in Occidente informazioni che Pechino continua a tenere segrete.  “I Laogai hanno due nomi – spiega l’organizzazione nel suo sito, www.laogai.it – uno come prigione ed uno come impresa commerciale. – Il Governo della Repubblica Popolare Comunista Cinese promuove attivamente l’esportazione dei prodotti – Laogai attraverso il sito governativo “China Commodity Net”, contravvenendo così alle stesse leggi vigenti in Cina sull’export di prodotti del lavoro forzato”. Nel recente rapporto, alla pagina 12, sono elencati i 28 siti internazionali che promuovono queste imprese e, alle pagine 20 e 27, si trovano i Laogai identificati. Il rapporto include anche delle testimonianze che risalgono al 2008.  “Ecco il segreto della competitività cinese, che ci nascondono i poteri forti – commenta il responsabile della “Laogai Research Foundation Italiana”, Toni Brandi – Gli stessi che stanno cercando di bloccare la legge Reguzzoni – Versace”. L’elenco dei siti incriminati è visibile all’indirizzo http://www.laogai.org/sites/default/files/laogai_ads_report020410.pdf   

Imprese – lager in Cinaultima modifica: 2011-07-18T20:35:15+02:00da maurozuccari
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