DAL MYANMAR/ “Condanne a morte nel silenzio: non disturbare la Cina” Una lettera a Il Sussidiario.net

Le notizie dal Myanmar però sono tragiche. Sfruttando il fatto che l’attenzione dell’opinione pubblica occidentale è concentrata sulle vicende ucraine, i militari hanno dato sfogo a tutto il male e a tutta la violenza di cui sono capaci. L’efferatezza delle azioni contro i Rohingya ora si è estesa a tutte le etnie, compresa quella dominante. Le ragioni della violenza non sono più razziali. La questione è tra chi vuole democrazia e libertà contro chi vuole mantenere i privilegi della casta militare.

Le cose più gravi sono i bombardamenti indiscriminati che hanno coinvolto abitazioni civili ed edifici di culto di tutte le religioni. Numerose le chiese bombardate. L’elenco è lungo, ma vi segnalo che anche varie missioni del Pime sono state colpite. Come a dire: noi non ci facciamo grossi problemi, a chi tocca… tocca! Vige la legge del più forte.

Insomma, i golpisti, prima sfruttando il Covid e ora il conflitto russo-ucraino, godono di un silenzio mediatico che li tranquillizza. A ciò si aggiunga che gli interventi dell’Onu e dell’Asean sono le trite dichiarazioni d’uso in questi casi. In questi tempi e con questo clima, non c’è bisogno di creare nuovi elementi di tensione nello scacchiere mondiale e soprattutto non conviene disturbare la Cina, facendola passare da una posizione “attendista” a una posizione filo-russa. Ora più che mai, è vietato infastidire il Nuovo Grande Timoniere.

Fatto sta che il dramma di questo paese non interessa a nessuno. Questo accade per la verità anche per Haiti, l’Etiopia e altri paesi dove le forze del male in questo momento hanno mano libera.

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DAL MYANMAR/ “Condanne a morte nel silenzio: non disturbare la Cina” Una lettera a Il Sussidiario.netultima modifica: 2022-04-07T08:41:38+02:00da maurozuccari
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