L’Unione Europea sta iniziando a discutere la cosiddetta “Equal-Treatment Directive”, una direttiva comunitaria che, se approvata, avrà valore vincolante per gli Stati membri e sarà quasi impossibile da riformare. La proposta è stata originariamente elaborata con l’intento lodevole di proteggere le persone con disabilità dalle discriminazioni. Tuttavia, da quel momento il documento è stato strumentalizzato per altri fini: limitare le libertà dei cittadini con modalità che non hanno precedenti. In gioco ci sono la libertà contrattuale, la libertà di coscienza e di autonomia privata, soprattutto in tema di matrimonio e famiglia. Per fare alcuni esempi, tratti da Paesi in cui sono già in vigore direttive simili, un fiorista è stato citato in giudizio perché non voleva fare composizioni floreali per un matrimonio tra persone dello stesso sesso; oppure, un campo estivo cristiano è stato citato in giudizio perché non voleva affittare la propria sede a un’associazione gay. La direttiva parte dal principio per il quale non bisogna discriminare le persone in quanto tali (principio ovviamente nobilissimo), per poi finire per costringere le persone a stipulare contratti (e quindi a comportarsi) in modo contrario alle loro convinzioni morali o religiose.
Leggi tutto sul sito di CitizenGO, comunità di cittadini attivi che vogliono difendere la vita, la famiglia e i diritti fondamentali in tutto il mondo. Gudrun Kugler, consulente di CitizenGO e direttrice dell’Osservatorio contro l’Intolleranza e le Discriminazioni contro i Cristiani in Europa, ha lanciato la seguente petizione: No al progetto “Equal Treatment Directive”