Simone. Questa giustizia fa paura. Perché nessuno fa nulla? (da Tempi.it)

Simone. Questa giustizia fa paura. Perché nessuno fa nulla?

Intervento di Antonio Simone, letto durante l’incontro “Aspettando giustizia”. «È più importante il giudizio di merito espresso in un processo oppure la carcerazione preventiva?» Milano, 21 settembre  

Il problema della carcerazione preventiva è, da un punto di vista giuridico, una questione semplice: è più importante il giudizio di merito espresso in un processo oppure la carcerazione preventiva?
Pare evidente a tutti che al termine di un percorso non possa che essere la sentenza finale ad avere la maggiore importanza soprattutto per un motivo banale: la sentenza può essere di assoluzione, la carcerazione preventiva no! Quest’ultima è definitiva in quanto scontata, attuata, non è più modificabile e non si può più recuperare. Da qui l’eccezionalità della misura voluta dalla giurisprudenza. Rileggiamo cosa dice a riguardo il vicepresidente del Csm, egregio professor Michele Vietti in una intervista recentemente apparsa su Tempi: «La carcerazione preventiva in un Paese normale dovrebbe essere l’extrema ratio cui si ricorre solamente in ipotesi eccezionali e residuali. Purtroppo la irragionevole durata dei processi, il meccanismo perverso della prescrizione, rendono spesso impossibile l’accertamento definitivo della responsabilità penale e la irrogazione della pena finale. Questo non giustifica ma spiega il ricorso anomalo alla carcerazione preventiva». Dunque, se non ho mal compreso, proprio la lunghezza dei processi, il rischio incombente di prescrizione imperante nei procedimenti, comportano l’espiazione di una “pena preventiva”, ben sapendo o ben potendo immaginare, chi la richiede e chi la concede, che il reato si prescriva perché lo Stato non è in grado di dettare tempi certi e ragionevoli al giusto processo ecco perché si fa un abuso dell’istituto della carcerazione preventiva.

Oggi la carcerazione preventiva vale più del giudizio. L’ultima trovata, vero oggetto di violenza procedurale, è l’uso del “giudizio immediato” per raddoppiare i tempi della carcerazione preventiva. Una pena, finalmente doppia senza sindacabilità che vale molto più di un processo. Il processo non conta più. Contano i pm, veri promotori della scelta dei reati da perseguire, dei soggetti da incarcerare, oltre ogni giudizio finale. Una pena finalmente eseguita, irrecuperabile. L’istituto oggi della carcerazione preventiva è uno strumento di tortura utilizzato per estorcere confessioni, ammissioni di colpevolezza, costruire prove muovendo dal momento dell’arresto da congetture, da “sentito dire” da “relata refero” da interpretazioni della pubblica accusa in merito alla psicologia che ha mosso il presunto colpevole a commettere un reato doloso ovvero ad aver omesso di fare ovvero a disegnare una colpa che non c’è su un reato colposo. Si parte da un disegno preconfezionato dall’accusa che ha mirato e tira il colpo diritto in testa alla vittima sacrificale predestinata con un giudice delle indagini preliminari che esprimere il suo giudizio “preliminare”, spesso forse frettoloso, su una montagna di carta raccolta dalla pubblica accusa in mesi e mesi di indagini. Giudizio che si traduce in un ordine di custodia cautelare in carcere.

Leggi il testo integrale: http://www.tempi.it/simone-questa-giustizia-fa-paura-perche-nessuna-fa-nulla    

 

Simone. Questa giustizia fa paura. Perché nessuno fa nulla? (da Tempi.it)ultima modifica: 2012-09-22T02:18:56+02:00da maurozuccari
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