“Scomparsa in Cina…..non voleva abortire”. E’ cittadina italiana

“Scomparsa in Cina…..non voleva abortire”. E’ il titolo di una pagina internet dellaLaogai Foundation Italia (www.laogai.it ), associazione che si batte contro le violazioni dei diritti umani nel Paese asiatico. Il testo però riguarda una cittadina italiana, Sun Li Oing, studentessa di economia e commercio alla “Sapienza” a Roma, fidanzata con Martino Novellino, studente venticinquenne che ha lanciato l’allarme. Lui non ha più sue notizie dal 17 maggio, quando la ragazza si è recata a Shangai, chiamata da suo padre, che le aveva detto di stare male. Sun era incinta e i suoi genitori, che gestivano un ristorante a Roma, premevano perché abortisse, anche se era ormai oltre la 12^ settimana; il fidanzato teme sia stata attirata con un pretesto in Cina per essere costretta ad abortire. Il Console italiano a Shangai dice che il padre «rifiuta categoricamente» di fornire il nuovo numero di cellulare cinese che la figlia avrebbe acquisito presso i parenti, che starebbe visitando. Il caso ripropone il problema della “politica del figlio unico”, portata avanti dal regime comunista cinese con ogni mezzo, anche violento. Il sito dalla Laogai Foundation cita il rapporto 2008 del Dipartimento di Stato americano, che denuncia aborti forzati al 7° mese di gravidanza, imposti legando le donne al letto; Reggie Garcia Littlejohn, esperta americana, parla addirittura di un aborto forzato al 9° mese, su una donna al suo primo figlio, solo perché non aveva il permesso. Altre denunce riguardano le sterilizzazioni forzate: solo nella provincia di Guangdong ne sarebbero avvenute quasi 10.000. L’associazione “Women’s Rights Without Frontiers” denuncia il caso di una donna che avrebbe subito la sterilizzazione forzata come vendetta delle autorità locali; era  “colpevole” di presentare contro di esse petizioni al governo centrale. Uno dei risultati più sconcertanti di questa politica omicida è lo squilibrio fra i sessi in Cina; siccome la cultura tradizionale privilegia i maschi, ad essere abortite o uccise appena nate sono soprattutto le bambine. Centinaia di milioni di Cinesi, nei prossimi anni, non potranno accoppiarsi se non troveranno donne straniere. Di questi problemi i mass media italiani raramente parlano. Ecco perché sono importanti le iniziative della Laogai Foundation, che ha recentemente presentato il libro di Francesca Romana Poleggi, intitolato “La persecuzione dei cattolici in Cina”; oppure le iniziative politiche, come l’interrogazione a risposta scritta presentata da 20 europarlamentari italiani di PPE, EFD, ALDE e S&D, secondo cui il costo del lavoro cinese rappresenta il 5 % del costo del lavoro nell’Unione europea, a causa della drammatica situazione di lavoro forzato e di completa violazione dei diritti umani cui sono sottoposti dai 2 ai 6 milioni di Cinesi, spesso prigionieri di coscienza, costretti a subire condizioni di autentica schiavitù negli oltre 1000 “laogai”, fabbriche – lager di tipo prettamente nazista, diffusi in tutta la Cina.

“Scomparsa in Cina…..non voleva abortire”. E’ cittadina italianaultima modifica: 2012-09-04T19:25:20+02:00da maurozuccari
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