Testimonianze scomode dalla Libia. Un mio articolo apparso su “La Prealpina” del 29 luglio 2011 (pag. 35)

La prima vittima delle guerre è la verità; la Libia non fa eccezione alla regola. Si parla delle atrocità commesse dai mercenari di Gheddafi, non di quelle di cui si macchiano i ribelli. Solo su Internet si trova un po’ di informazione alternativa. Qualche esempio. Il 16 giugno è apparsa sul quotidiano on – line www.ilsussidiario.net un’intervista a Tiziana Gamannossi, imprenditrice italiana che vive a Tripoli: “… i mass media hanno falsificato le notizie per giustificare la guerra contro Gheddafi – dice – La madre di tutte le bugie … l’aviazione libica avrebbe sganciato bombe sui manifestanti: noi siamo riusciti a provare che questo non è mai avvenuto…. i ribelli hanno violentato e ucciso molte donne libiche. … nella piazza principale di Bengasi … dopo avere catturato un soldato nemico e averlo ucciso agganciandolo a una fune, lo hanno fatto a pezzi a colpi di accetta.” Gamannossi ha fondato una “Commissione per l’accertamento dei fatti”. Sulla libertà di espressione, dice: “Io sono in contatto con molte donne libiche…. le loro famiglie a Bengasi non possono dire di essere a favore di Gheddafi, altrimenti finiscono per essere linciate dai ribelli…. A Tripoli, mi hanno chiesto … la mia testimonianza in tv. Non mi hanno chiesto prima che cosa volessi dire, ma mi hanno mandata in onda in diretta; … a Pasqua … a Firenze, una tv italiana …. mi ha intervistata, e siccome non seguiva la linea del governo italiano, ha deciso di non mandarla in onda.” Alla pagina http://dadietroilsipario.blogspot.com/2011/03/… si legge tra l’altro: “… tratto da “Against The Empire” traduzione di Gianluca Freda, 26 Marzo 2011: Da quando le forze di opposizione dei ribelli libici hanno ripreso il controllo delle città, sono emersi rapporti riguardanti torture, violenze razziali e repressioni.”…. “I giovanotti armati al posto di blocco …. Puntano un coltello alla gola dell’autista prima di trascinare tre uomini e una donna fuori dalla macchina, strattonandoli per la strada fino ad una vicina moschea per un brutale giro di interrogazioni… I capi dei ribelli ammettono che dozzine di sostenitori di Gheddafi sono stati arrestati e uccisi…. Molti residenti hanno adesso troppa paura ad uscire in macchina la sera … temendo di essere malmenati o peggio in uno dei checkpoint ….”


Testimonianze scomode dalla Libia. Un mio articolo apparso su “La Prealpina” del 29 luglio 2011 (pag. 35)ultima modifica: 2011-08-02T19:35:41+02:00da maurozuccari
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