È morto Harry Wu, il Solzenicyn cinese da Tempi.it

Aveva 79 anni, di cui 19 passati in un terribile laogai, “campo di rieducazione attraverso il lavoro”. Dopo l’esilio negli Stati Uniti, trascorse la vita a denunciare il regime comunista

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Il testo di un mio articolo pubblicato su “Avvenire” del 25 luglio 2009

Della “politica del figlio unico”, in vigore in Cina dalla fine degli anni ’70, si è parlato spesso, anche in Italia. Ora un libro ne svela i lati più oscuri e sconcertanti: “Strage di innocenti. La politica del figlio unico in Cina”, scritto da Harry Wu e curato da Toni Brandi e Francesca Romana Poleggi, è stato pubblicato il 23 luglio scorso dell’Editrice Angelo Guerini. Harry Wu, oggi Direttore esecutivo della Laogai Research Foundation, è sopravvissuto all’esperienza dei “Laogai”, i lager cinesi, in tutto simili a quelli nazisti. I metodi con cui il regime di Pechino persegue il controllo delle nascite non sono meno violenti. Non solo vige l’obbligo del figlio unico, tranne che in pochi casi; anche per il primo figlio occorre il permesso di una “cellula del controllo della popolazione”, in base ai numeri rigidamente pianificati dal governo centrale per ogni zona del Paese. “Meglio dieci tombe che una nascita fuori piano”, “Una sterilizzazione fa onore a tutta la famiglia”, “Meno bambini, più maialini da fattoria”: questi sono gli slogan con cui il regime cerca di inculcare nella popolazione l’idea del figlio unico obbligatorio. Per chi sgarra c’è l’aborto forzato, talvolta al 7° o 9° mese, o anche l’infanticidio: almeno mezzo milione di funzionari girano per il Paese arrestando le donne rimaste incinte senza permesso, o i loro familiari per indurle a costituirsi. Alcune testimonianze, reperibili sul sito della Laogai Research Foundation italiana, www.laogai.it, sono agghiaccianti; donne legate ad un letto e fatte abortire a colpi sulla pancia o ferri infilati fino a raggiungere il feto, che appena abortito viene scaraventato nella spazzatura o nel gabinetto, magari ancora vivo; oppure viene ucciso sbattendolo violentemente contro il muro, anche davanti agli occhi della madre. Il regime si vanta di avere così evitato circa 400 milioni di nascite: gli effetti di questa politica, a quanto denuncia Wu, sono il rapido invecchiamento della popolazione, uno squilibrio fra i sessi, valutato in diversi punti percentuali, dovuto alla mentalità tradizionale cinese che privilegia i figli maschi; milioni di cinesi perciò non possono sposarsi per mancanza di donne, così diventa sempre più frequente il rapimento o il commercio di donne vietnamite. Non solo; sono in aumento i suicidi di donne che hanno subito la violenza dell’aborto forzato (la Cina è l’unico Paese al mondo in cui le donne si suicidano più degli uomini, secondo l’O.M.S), gli abbandoni di figli da parte di chi, separatosi dal coniuge, ne vuole avere un altro dal nuovo partner; è in aumento il commercio di bambini e sono tantissimi quelli non registrati all’anagrafe, quindi privi di ogni diritto; è in aumento la criminalità, la prostituzione e la corruzione legata a queste situazioni familiari drammatiche. Naturalmente a questo si aggiunge la violenza della repressione contro che denuncia queste violenze o cerca di difenderne le vittime; l’arresto e la tortura sono all’ordine del giorno, come lo sono per le donne che trasgrediscono il precetto del figlio unico e per i loro familiari.

 

È morto Harry Wu, il Solzenicyn cinese da Tempi.itultima modifica: 2016-05-03T04:13:38+02:00da maurozuccari
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